I sintomi più comuni di un cuore affaticato

Salute
cuore affaticato

Affanno, gonfiore agli arti, fiato corto, stanchezza e spossatezza: quali sono i sintomi più diffusi quando abbiamo problemi di natura cardiovascolare? Vediamoli nel dettaglio e cerchiamo di capire se e quando è il caso di preoccuparsi.

Scompenso cardiaco, cosa succede se il cuore è affaticato

Quando parliamo di “cuore affaticato” ci riferiamo in genere allo scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca). Questa espressione viene utilizzata per indicare situazioni in cui il cuore non riesce a pompare il sangue in maniera adeguata: la quantità di sangue messa in circolo, quindi, non è sufficiente per far fronte a tutte le esigenze del nostro organismo.

Il cuore, infatti, è il motore principale che ci tiene in vita: quando non funziona bene, come nel caso dell’insufficienza cardiaca, è tutto il nostro corpo a risentirne dal momento che il sangue non riesce a irrorare adeguatamente organi e tessuti.

L’insufficienza cardiaca è una condizione che colpisce soprattutto gli uomini sopra i 65 anni, in cui i fattori di rischio non sono da sottovalutare e che nella gran parte dei casi può essere gestita tramite un cambiamento radicale nello stile di vita.

Ma quali sono i sintomi principali, e quali le cause dello scompenso cardiaco?

Sintomi dell’insufficienza cardiaca: che succede quando il cuore si affatica?

Non sempre i sintomi di uno scompenso cardiaco sono così evidenti o riconducibili direttamente a un’insufficienza cardiaca. Soprattutto con il passare degli anni, si tende a dare la colpa alla “vecchiaia” in caso di affaticamento o oppressione al petto.

In altri casi invece i sintomi sono ben evidenti poiché, come abbiamo detto, il sangue pompato in maniera scorretta influisce anche sul normale funzionamento degli altri organi.

I sintomi principali di scompenso cardiaco sono:

  • Sensazione di affanno;
  • Gonfiore degli arti (braccia, mani, gambe, piedi);
  • Accelerazione del battito cardiaco (tachicardia);
  • Mancanza di energia;
  • Spossatezza;
  • Problemi respiratori (che possono causare anche sonno disturbato o interrotto);
  • Gonfiore addominale;
  • Dolore all’addome;
  • Scarso appetito;
  • Tosse o catarro;
  • Senso di confusione;
  • Perdita di memoria;
  • Aumento di peso.

Come riportano le ricerche della New York Heart Association (NYHA), sono 4 le tipologie di scompenso cardiaco riscontrabili in base allo stato di salute della persona colpita.

  • Primo livello: quando l’insufficienza cardiaca non dà luogo a sintomi evidenti.
  • Secondo livello: quando il paziente sta bene a riposo ma una piccola attività motoria, anche moderata, può causargli affaticamento.
  • Terzo livello: quando l’attività motoria è un po’ più intensa (come ad esempio salire le scale), e il paziente riscontra dispnea e affanno.
  • Quarto livello: quando il paziente mostra difficoltà respiratorie anche a riposo o da fermo.

Cause dello scompenso cardiaco

A cosa è dovuta, quindi, l’insufficienza cardiaca?

In genere lo scompenso cardiaco si presenta, come abbiamo detto, con l’avanzare dell’età o come conseguenza di una lesione: è il caso, ad esempio, dell’infarto del miocardio o di una condizione seria di ipertensione. In questi casi, il cuore fa fatica a mantenere un ritmo regolare, il che dà luogo ai sintomi che abbiamo visto in precedenza.

Le cause più frequenti di insufficienza cardiaca sono:

  • Diabete
  • Dissincronia elettrica, che si verifica quando non c’è coordinazione nella contrazione di atrii e ventricoli
  • Restringimento dei vasi sanguigni, che alterano il corretto passaggio di sangue e ossigeno al cuore
  • Cardiopatie congenite
  • Miocardite (infezione del miocardio)
  • Endocardite (infiammazione della parete interna del cuore)
  • Stile di vita sregolato

Insufficienza cardiaca, quali sono i rimedi?

I dati del National Heart Lung and Blood Institute ci dicono che in Europa sono oltre 15 milioni le persone che soffrono di insufficienza cardiaca e che ben 1 paziente su 5 rischia di sviluppare uno scompenso cardiaco nel corso della propria vita.

Spesso la causa principale, escluse le malattie cardiache, risiede in uno stile di vita scorretto: l’abuso di alcool o sostanze stupefacenti, un’alimentazione ricca di grassi saturi e una vita sedentaria sono tutti fattori che contribuiscono ad affaticare il cuore. Agire su questi comportamenti adottando una dieta sana, introducendo frutta e verdura nella propria alimentazione, smettendo di bere e fumare, e facendo molta attività fisica riduce di molto il rischio di sviluppare sintomi legati all’insufficienza cardiaca.

Lo scompenso cardiaco può portare alla morte?

L’insufficienza cardiaca terminale è una delle cause che possono portare il paziente a sperimentare un arresto cardiaco.

Si parla di arresto cardiaco quando l’attività elettrica del cuore subisce variazioni importanti arrivando a cessare, causando perdita di conoscenza, assenza di respiro e di polso. L’unico modo per intervenire e salvare la vita del paziente prima che sia troppo tardi è utilizzare un defibrillatore.

Il defibrillatore (o DAE) è un dispositivo salvavita semplice e intuitivo, che può essere utilizzato anche da chi non ha una formazione specifica nel primo soccorso, dal momento che è l’apparecchio stesso a guidare passo passo il soccorritore, illustrando nel dettaglio le manovre da compiere.

I DAE Mindray ​​BeneHeart C di My AED Shop utilizzano la tecnologia intelligente ResQNavi™, per fornire una guida a ogni passaggio di questa procedura carica di tensione, con un addestramento animato e suggerimenti vocali.

È possibile adattare l’esperienza del soccorritore in base al tempo trascorso in ogni passaggio, con guida e incoraggiamento adeguati per aiutare a salvare vite con determinazione.

Il tutto avviene entro pochi secondi, in modo che sia possibile salvare la persona soccorsa e ripristinare il corretto ritmo cardiaco.