I fattori di rischio cardiovascolare: consigli per la prevenzione

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rischio cuore

Quando si parla di fattori di rischio cardiovascolare si fa riferimento a una serie di condizioni per effetto delle quali cresce in misura significativa la probabilità di andare incontro a un infarto. Non su tutti i fattori di rischio si può intervenire: alcuni, infatti, sono modificabili, mentre altri non lo sono. Per citare un esempio, l’età è ovviamente un fattore di rischio che non si può modificare. Lo stesso dicasi per la familiarità con le patologie cardiovascolari, per l’essere di sesso maschile o per l’appartenenza alla razza non caucasica.

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Che cos’è la familiarità con le malattie cardiovascolari

La familiarità con le malattie cardiovascolari non dipende unicamente dall’avere un familiare che ha avuto o ha problemi di cuore. Infatti, il rischio di essere colpiti da una patologia cardiovascolare cresce nel caso in cui un familiare di primo grado ha sofferto o soffre di cuore e se la malattia cardiovascolare ha colpito tale persona in età giovane: cioè prima dei 65 anni per le donne e prima dei 55 anni per gli uomini. Sono familiari di primo grado i genitori e gli zii, vale a dire i loro fratelli.

La prevenzione di CardioPrev

CardioPrev – Centro di prevenzione cardiovascolare di Bolzano – collabora, sia per la prevenzione che per la riabilitazione, con il Centro CAM: in questo modo possono essere proposti piani personalizzati che consentono di allenarsi nella maniera ideale con la supervisione di professionisti: i risultati ottenuti possano essere tenuti sempre sotto controllo. Grazie a CardioPrev, dunque, si beneficia di una prevenzione personalizzata, con un check-up a 360 gradi che consente di verificare il livello di rischio a cui si è esposti. La diagnosi e la cura prevedono terapie appropriate, ma anche un iter di educazione nutrizionale, molto importante soprattutto per chi deve monitorare il diabete mellito nel tempo.

Su quali fattori di rischio si può intervenire

Per quel che riguarda i fattori di rischio che si possono modificare, sono due le azioni da intraprendere: da un lato mettere in atto quei comportamenti che riducono il rischio in questione; dall’altro lato assumere i medicinali che vengono prescritti dal medico. Questo vuol dire che è possibile avere un ruolo importante nel ridurre il rischio di ammalarsi, perché i fattori di rischio che si possono modificare sono molteplici: malattie come l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito, condizioni come l’obesità e il colesterolo cattivo, pessime abitudini come la sedentarietà e il fumo.

Attenzione al diabete mellito

La caratteristica peculiare del diabete mellito è la glicemia elevata, che corrisponde a una concentrazione di glucosio nel sangue più alta della norma. Tale condizione rappresenta un fattore di rischio pericoloso per le arterie. Ovviamente è importante farsi seguire da un diabetologo, anche allo scopo di diminuire il rischio cardiovascolare, per sapere quali comportamenti mettere in atto. Di certo, è necessario evitare di essere sedentari: attraverso l’attività fisica, infatti, si allena il sistema cardiovascolare (così come quello respiratorio). Gli sforzi devono essere moderati, e vanno evitati gli scatti: andare in bici, nuotare e camminare sono attività ideali, da ripetere tre volte alla settimana con sessioni di non meno di tre quarti d’ora.

Il colesterolo cattivo

Come noto, sono due le tipologie di colesterolo presenti nelle cellule del corpo umano: il colesterolo HDL è quello cosiddetto buono, mentre il colesterolo LDL è quello cosiddetto cattivo. Ebbene, è molto importante tenere sotto controllo il colesterolo cattivo, tenendo conto che la soglia da non superare varia a seconda del livello di rischio cardiovascolare. quando il rischio è molto alto, è necessario che il colesterolo non superi i 70 mg per dl: lo stesso dicasi se si è stati vittime di angina, di ictus o di infarto. Nel caso di un rischio alto, invece, la soglia da non superare è quella dei 100 mg per dl. Infine, in presenza di un rischio non alto, il limite a cui si deve prestare attenzione è di 115 mg per dl.