Risonanza magnetica, cos’è e come funziona

Salute

Senza dubbio hai sentito parlare di Risonanza magnetica e probabilmente hai anche già avuto modo di essere sottoposto a tale indagine diagnostica ma in pochi, anche di quelli che l’hanno affrontata, sanno cosa è successo, come funziona. Senza scendere troppo in dettagli scientifici vogliamo spiegarti di cosa si tratta. Genericamente si può dire che la Risonanza magnetica è una metodica diagnostica, un esame fatto sul corpo umano durante il quale le parti anatomiche sotto esame vengono sottoposte a fortissimi campi magnetici e dalla risposta degli atomi che si ricavano si riesce, con un elaboratore potente, a ricavarne immagini che devono poi essere interpretate da un medico esperto in questo.

L’origine della Risonanza magnetica risale al 1946 quando due scienziati scoprirono che i protoni contenuti nel nucleo degli atomi, se sottoposti ad un fortissimo campo magnetico, si orientavano verso la fonte magnetica e, cessato il campo, emettevano dei particolari segnali. La scoperta generò la costruzione di una macchina che sfruttava questa scoperta per fini geologici e chimici. Solo nel 1971 Raymond Vahan Damadian intuì che questa metodica potesse essere sfruttata per la diagnosi del Cancro, notando come le risposte delle cellule sane e di quelle malate fossero diverse. Nel 1974 venne brevettata la prima Risonanza magnetica con questo fine ma fu solo nel 1996 che Mattson & Simon la accreditarono per la possibilità di differenziare i tessuti sani da quelli malati. Damadian costruì, quindi la prima macchina per Risonanza magnetica per la scansione dell’intero corpo per la ricerca di cellule cancerose.

Le applicazioni in medicina

La Risonanza Magnetica (RMN), è oggi ampiamente utilizzata in campo medico non soltanto per la diagnosi di malattie tumorali ma anche per la ricostruzione di immagini relative alle strutture interne del corpo con una specificità e precisione superiore a qualsiasi altra metodica esistente. Questo è possibile anche grazie al notevole sviluppo della tecnica elettronica che ha portato ad elaboratori, computer , sempre più potenti, in grado di eseguire elaborazioni estremamente complesse in infinitesimi di secondi. Nella RMN non vengono utilizzate radiazioni come nelle comuni radiografie e anche nella TAC che resta comunque, in genere, il primo strumento per le diagnosi approfondite. Qualora con la TAC si rilevino anomalie, spesso viene successivamente ordinata una RMN per avere una situazione più dettagliata, soprattutto se a causa del problema si prospetta un intervento chirurgico.

Il fatto che durante l’esame con la Risonanza magnetica si viene sottoposti a campi magnetici anche migliaia di volte superiori al campo magnetico terrestre, porta all’impossibilità di applicazione in caso di persone con un Pacemaker o con protesi metalliche. Nelle donne in gravidanza la RMN è genericamente sconsigliata, potenzialmente pericolosa ma in casi limitati i medici potranno considerare necessario eseguirla comunque, valutando i rischi e i benefici. N9n si devono fare particolari preparazioni per la RMN ma in alcuni casi il medico deciderà di eseguirla con mezzo di contrasto, in questo caso occorre prima dell’esame, eseguire una determinazione della creatinina, un semplice esame del sangue per verificare la funzionalità dei reni. L’esecuzione dell’esame avviene ponendo il paziente all’interno di un tunnel che può essere un problema per pazienti claustrofobici ma la tecnica ha pensato anche a questo, costruendo macchine per la RMN “aperte”, costituite da due grandi placche metalliche a lato del paziente, superando in questo modo anche i problemi claustrofobici. L’esame dura approssimativamente una ventina di minuti, non dà alcun fastidio ma la macchina è molto rumorosa, per cui al paziente sotto esame vengono fatti indossare cuffie apposite per l’abbattimento del rumore.