Le risposte ai dubbi più diffusi sui linfonodi

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I linfonodi ingrossati sono sempre fonte di ansia e di preoccupazione per chi li nota sul proprio corpo. Ma è giusto che sia così o si tratta di allarmismi ingiustificati? Ne parliamo con la casa di cura Regina Arco riabilitazione ortopedica, che mette a disposizione dei propri ospiti prestazioni sanitarie all’avanguardia e condizioni ambientali ottimali per la riabilitazione linfologica intensiva e la riabilitazione estensiva.

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Il rapporto tra tumori e linfonodi

L’aumento di volume dei linfonodi è uno dei tratti distintivi di varie forme tumorali, ma questo non vuol dire che ogni volta che un linfonodo si ingrossa ci si debba preoccupare. Solo i medici sono in grado di riconoscere i diversi casi e capire se un linfonodo ingrossato ha a che fare con un tumore o se, come avviene nella maggior parte dei casi, è dovuto a una malattia autoimmune, a una reazione infiammatoria o a una infezione contratta.

Il rigonfiamento dei linfonodi si può notare quando essi si trovano sotto la superficie della pelle; ce ne sono altri, invece, che sono collocati più in profondità, come quelli del torace o dell’addome. In tal caso il rigonfiamento su palesa con diversi disturbi che, però, possono essere riconosciuti meno facilmente.

Come vengono valutati i linfonodi

Per una diagnosi certa è necessario eseguire diversi esami. Tuttavia, nel caso in cui aumentino di volume dei linfonodi superficiali, è sufficiente una visita da parte del medico per capire se tale circostanza è indizio di un cancro. Tra gli aspetti che vengono presi in considerazione ci sono le caratteristiche al tatto, le dimensioni e soprattutto il punto in cui il rigonfiamento è localizzato: esso corrisponde, infatti, alla parte del corpo in cui si trovano il tumore o il processo infiammatorio. In genere i linfonodi che si ingrossano a causa di una infezione hanno dimensioni inferiori rispetto a quelle dei linfonodi che aumentano di volume per effetto di un tumore.

Riconoscere i linfonodi ingrossati

La vera differenza tra i linfonodi che si ingrossano per un tumore e quelli che crescono in risposta a un’infezione riguarda la durata nel tempo. Nel caso di un tumore, infatti, il diametro rimane notevole, o addirittura con il passare del tempo aumenta. In genere i linfonodi ingrossati si trovano vicino alla parte del corpo che è colpita dalla patologia, ma non è detto che sia sempre così: basti pensare al linfonodo di Virchow, che è quello che si trova sopra la clavicola sinistra e che, in realtà, raccoglie la linfa che arriva dall’addome. Questo vuol dire che se tale linfonodo si ingrossa, può essere il segnale di un tumore alle ovaie, ai testicoli o nella zona addominale.

I linfomi

I tumori che si manifestano più di frequente attraverso il rigonfiamento dei linfonodi sono i linfomi, dal momento che hanno origine proprio nei linfonodi: ciò è vero sia per i linfomi del tipo non Hodgkin sia per i linfomi del tipo Hodgkin. Le leucemie, a loro volta, si possono presentare in questo modo, a maggior ragione quando sono croniche di tipo linfoide.

La sindrome mediastinica

La sindrome mediastinica è una condizione che viene originata da qualsiasi tipo di massa che occupi lo spazio della cavità toracica che si trova tra i due polmoni, e che prende proprio il nome di mediastino. Quando i linfonodi situati in tale sede aumentano di volume, è probabile che siano stati aggrediti dalle cellule che scaturiscono da un tumore polmonare. Di conseguenza i bronchi e la trachea vengono compressi, e il respiro si fa difficile; ne deriva una tossa fastidiosa e secca. Tra gli altri sintomi ci sono le vertigini e la difficoltà a deglutire.