Assistente domiciliare per disabili, come sceglierlo

Benessere
assistente anziano

La disabilità è una situazione difficoltosa che, purtroppo, colpisce tantissime persone e di riflesso le loro famiglie. Nelle situazioni in cui ci si accorge di non riuscire autonomamente a gestire la quotidianità del proprio caro, si può valutare la scelta di un assistente domiciliare.

Come sceglierlo? Scopriamo i principali consigli nelle prossime righe di questo articolo.

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L’importanza dell’esperienza

Gestire la quotidianità di una persona disabile – attenzione, non stiamo parlando di assistenza di tipo medico o infermieristico – non è una mansione in cui improvvisarsi. Necessario, infatti, è avere alle spalle un’ampia esperienza. In questo caso, considerando le numerose implicazioni psicologiche e non solo, bisogna mettere l’empatia che eventualmente scatta quando si parla con un candidato in secondo piano rispetto al curriculum.

Capacità pratiche

Non è assolutamente facile scegliere un assistente domiciliare per un soggetto disabile. Tra gli altri aspetti da considerare oltre a quello elencato nel paragrafo precedente, un doveroso cenno deve essere dedicato alle capacità pratiche nella gestione di ausili utili nelle situazioni in cui la persona disabile dovesse perdere la propria autosufficienza.

Questo significa per esempio che, nelle circostanze in cui si ha a che fare con un disabile affetto da una patologia degenerativa, in sede di colloquio con l’assistente domiciliare è bene informarsi in merito alla capacità di gestire agevolmente i letti elettrici o di spingere le carrozzine semoventi.

Equilibrio psicologico

In sede di colloquio, è molto importante accertarsi che la persona che si candida per il ruolo di assistente domiciliare per un disabile abbia un equilibrio psicologico solido. Il burnout è una delle problematiche più frequenti tra i caregiver e chi gestisce la quotidianità di chi ha una disabilità è particolarmente esposto in quanto divide la sua vita professionale con una persona che, in alcuni casi, può vivere dei momenti di forte frustrazione dovuti al fatto di aver visto la sua vita cambiare a causa delle difficoltà fisiche (questo è il caso frequente di chi ha un incidente e, a causa  della disabilità, perde l’autonomia fisica).

Spazi disponibili in casa

In virtù di quanto ricordato nel paragrafo precedente, nel momento in cui si valuta la scelta di un assistente domiciliare per un parente disabile è doveroso prendere in esame anche gli spazi che si hanno in casa.

Il professionista in questione, infatti, dovrebbe avere a disposizione una stanza da letto personale, sufficientemente ampia e caratterizzata dalla presenza di spazio non solo per dormire, ma anche per dedicarsi al relax o ad attività di svago (p.e. la lettura o l’esercizio fisico).

A chi chiedere consiglio?

A questo punto, è naturale chiedersi a chi è meglio rivolgersi per un consiglio in merito alle figure da ingaggiare. Un valido punto di riferimento è senza dubbio il medico di base. Il suo ruolo è cruciale anche per un altro motivo. Quale di preciso? La possibilità di chiedere, ovviamente nelle situazioni in cui le condizioni del disabile lo ritengono necessario, l’attivazione del servizio di ADI (assistenza domiciliare integrata).

Cosa indica questa sigla? La possibilità di sottoporre a domicilio il proprio caro disabile a prelievi di sangue, medicazioni, cambi di catetere e sedute di fisioterapia (abbiamo citato solo alcune delle tante alternative possibili).

Concludiamo facendo presente l’importanza di non avere mai paura di farsi aiutare anche dal punto di vista psicologico. La scelta di ingaggiare un assistente domiciliare per la gestione della quotidianità di un parente disabile aiuta senza dubbio ma, in alcuni casi, può aprire la strada a dei sensi di colpa di livello non indifferente, che non vanno mai sottovalutati ma riferiti a uno specialista, capace di prendere per mano i pazienti e di guidarli nella distruzione delle loro convinzioni limitanti.